Se “la temperatura media globale dell’oceano nel 2020 è il valore più caldo finora registrato”, come dimostra lo studio dal titolo “Upper Ocean Temperatures Hit Record High in 2020”, appena pubblicato sulla rivista internazionale Advances in Atmospheric Sciences, “il Mar Mediterraneo non è da meno, anzi: tra tutte le aree analizzate in dettaglio in questa ricerca il Mediterraneo è il bacino che evidenzia il tasso di riscaldamento maggiore negli ultimi anni, confermando peraltro quanto già riscontrato nel Rapporto sullo Stato dell’Oceano del Servizio marino europeo Copernicus del 2016 e del 2018, proseguendo un processo iniziato una trentina di anni fa ma con un incremento più elevato rispetto alle altre aree oceaniche”.
Gli scienziati del team, tra cui ricercatori italiani dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e dell’Enea, hanno potuto portare a termine lo studio, malgrado le difficoltà legate alla pandemia, grazie all’utilizzo di nuove metodologie per l’analisi dei dati di temperatura delle acque marine e vari tipi di sonde che hanno permesso di raggiungere i 2000 m. di profondità.
“I risultati ottenuti sono la riprova che sono in atto effetti globali di ampia portata sull’ambiente e sulla società, pertanto, forte è l’invito ad intervenire per limitare in modo importante le emissioni di gas serra e allo stesso tempo ad adattarsi alle conseguenze ormai inevitabili dell’incessante riscaldamento avvenuto negli ultimi decenni”, concludono i ricercatori.
Oltre alla collaborazione internazionale, lo studio è frutto di una solida partnership pluriennale tra Ingv ed Enea relativa all’analisi dei dati del monitoraggio della temperatura della colonna d’acqua lungo la linea marittima commerciale “Genova-Palermo” che proseguirà nei prossimi tre anni nell’ambito di un progetto Ingv. Il monitoraggio continuo lungo questa tratta è infatti una componente importante del sistema osservativo globale degli oceani.