“Condanniamo con forza e inequivocabilmente tutti coloro che commettono violenze nella nostra nazione. La violenza non vincerà mai. Solo la giustizia e la pace vinceranno”. È quanto afferma la Chiesa presbiteriana del Camerun in una nota rilanciata oggi dal Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc). Una serie di uccisioni di civili ha purtroppo insanguinato l’inizio del nuovo anno. “Queste morti hanno offuscato il raggio di speranza per l’anno 2021. Il 2020 è stato un anno molto impegnativo per i camerunesi e per il mondo intero. Sfortunatamente, i suoni di pistole e bombe sono diventati la musica dell’alba del nuovo anno”. Nel comunicato la Chiesa presbiteriana ricorda ad uno ad uno gli attacchi avvenuti in questi primi giorni del 2021: l’uccisione il 6 gennaio di cinque persone, inclusa una giornalista, a causa di una bomba esplosa sul ciglio della strada mentre passava un convoglio di funzionari governativi scortati dai militari tra Andek e Mbengwi; sabato 9 gennaio, uomini “non identificati” hanno ucciso il figlio di cinque anni di un pastore presbiteriano dietro la sua casa nella regione Wum – Menchum e, domenica 10 gennaio, almeno 9 civili, compreso un bambino, sono stati uccisi a Mautu-Muyuka. “In qualità di leader religiosi – si legge nel messaggio – condanniamo con la massima fermezza tutte le forme di violenza che continuano a causare indicibili dolori ai camerunesi. Condanniamo tutti coloro che attentano alla vita umana creata a immagine di Dio. Condanniamo tutti coloro che versano sangue sacro e ricordiamo loro che Dio riterrà ciascuno responsabile per atti che contraddicono la sua volontà e saggezza. Anche la storia non perdonerà i principali attori di quest’epoca di sangue e di guerra”. “Ancora una volta, chiediamo al governo del Camerun di assumersi la responsabilità di porre fine a questo conflitto e di guadagnarsi il giusto posto come custode della vita e del benessere nazionale”.