“È vergognoso che in un momento così difficile, di crisi e di pandemia, ci siano persone che approfittano di pregiudizi e della crisi per lanciare insulti di stampo antisemita e nazista, non considerando la gravità di riprendere stereotipi antichi che si rifanno alla più tragica e oscura pagina della nostra storia e non hanno alcun fondamento con la realtà di oggi per affermare teorie deliranti. Su questi fenomeni sono molto duro. È ora di finirla”. Parole durissime quelle usate da mons. Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo e vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, a condanna dell’attacco antisemita alla giornalista Lia Tagliacozzo. Domenica scorsa, mentre sulla piattaforma Zoom si stava discutendo di “memoria e responsabilità” alla presentazione del libro “La generazione del deserto. Storie di famiglia, di giusti e di infami durante le persecuzioni razziali in Italia”, sono entrate sullo schermo immagini di video nazisti accompagnati da una voce che inneggiava ad Hitler. Si sono così sentite e viste minacce varie come “Torneremo a prendervi” o “Vi bruceremo tutti”, scritte e insulti in diretta contro gli ebrei e svastiche.
Il vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino rivela subito che purtroppo quanto accaduto non è che l’ultimo di una lunga serie di atti antisemiti che continuano ad accadere nel nostro Paese. E ricorda che, secondo il rapporto dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) relativo solo al primo trimestre del 2020, ci sono stati ben 79 atti di antisemitismo contro i 63 dello stesso periodo del 2019 e i 37 del 2018. “È di qualche giorno fa – aggiunge facendo riferimento al suo territorio – la pubblicazione su Facebook da parte di un consigliere comunale di Frosinone di un fotomontaggio con cui paragona i vaccini alle atrocità naziste”. Si tratta di un fotomontaggio sui cancelli di Auschwitz con la scritta “Il vaccino rende liberi” anziché “Arbeit macht frei”. “Si tratta di balordi che insieme ad altri, purtroppo numerosi, approfittano di questa situazione di crisi per dividere attraverso la divulgazione di stereotipi e contenuti altamente offensivi. Bisogna dire molto chiaramente – ribadisce mons. Spreafico – che questi signori che si permettono ancora di affermare simili atrocità ed esprimersi con questo linguaggio antisemita vanno perseguiti dalla legge. Le leggi esistono. Non è più accettabile”. A questo proposito, il vescovo ricorda l’istituzione da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri del “Gruppo di lavoro per la ricognizione sulla definizione di antisemitismo approvata dall’Ihra (International Holocaust Remembrance Alliance)”, in cui anche il vescovo è stato chiamato a rappresentare la Conferenza episcopale italiana. “Si tratta – dice – di un segnale importante di contrasto”.