Azione contro la Fame è preoccupata delle conseguenze umanitarie legate alla designazione di Ansar Allah (noto come “Houthi”), nello Yemen, come organizzazione terroristica da parte degli Stati Uniti. Il network, impegnato da oltre 40 anni nella lotta alla fame e alla malnutrizione nel mondo, “è fermamente convinto che questa circostanza avrà un impatto diretto sulla situazione umanitaria sul campo e su una popolazione civile che, oggi, vive il peggiore disastro umanitario in corso”, si legge in una nota.
Azione contro la Fame, pertanto, invita il nuovo Governo americano “a revocare tale orientamento”. Allo stesso tempo, chiede ai membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e dell’Unione europea “di confrontarsi con gli Stati Uniti, incoraggiandoli a revocare tale intendimento”.
“Se la decisione dovesse andare avanti, gli Stati Uniti dovrebbero concedere deroghe precise, immediate e automatiche alle organizzazioni umanitarie e ai partner, salvaguardandoli da potenziali azioni legali e sanzioni. Dovrebbero anche tutelare le importazioni di beni di prima necessità come cibo, medicinali o carburante. Anche in questo modo si attenuerà, solo marginalmente, l’impatto della decisione – precisa la nota -. I vincoli finanziari, legali e burocratici derivanti da questa scelta vedranno molte imprese e istituzioni, su cui il Paese e il settore umanitario fanno affidamento, rifuggire dall’operare nel Paese. Una circostanza che, inevitabilmente, si ripercuoterà anche sull’economia locale conducendo centinaia di migliaia di altri yemeniti verso povertà e carestia”. Questa designazione, inoltre, “equivarrebbe a una punizione collettiva per le popolazioni”.
“Troppi bambini sono già morti a causa di questo conflitto e delle sue conseguenze dirette e indirette, come la possibilità di accedere al cibo e all’assistenza sanitaria. Molti di più stanno per morire – ha dichiarato Jon Cunliffe, direttore delle operazioni per il Medio Oriente di Azione contro la Fame -. Lo Yemen sta già soffrendo un grave deficit di fondi umanitari; si prevede che l’impatto economico della pandemia ridurrà ulteriormente gli importi dedicati alle operazioni umanitarie”.