“Casa, lavoro, scuola e salute sono da sempre i beni di cui garantire l’accessibilità a tutti, soprattutto ai più poveri, seguendo criteri non esclusivi”. Lo ribadisce l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’editoriale “La scelta preferenziale dei poveri” che sarà pubblicato dal settimanale diocesano “La Voce di Ferrara-Comacchio” sul numero del 15 gennaio 2021.
“In ordine al bando sull’assegnazione delle case popolari di Ferrara, una parte importante delle reazioni che hanno accompagnato i due comunicati dell’Ufficio stampa dell’arcidiocesi, ha purtroppo assunto toni e contenuti offensivi, irrazionali e improntati alla facile demagogia”, osserva il vescovo, spiegando che “il primo comunicato, oltre a manifestare la soddisfazione in ordine all’assegnazione delle case popolari a 157 persone e famiglie italiane, si permetteva di esprimere la preoccupazione – a fronte delle dichiarazioni dell’Amministrazione comunale – che nessuna persona e famiglia fosse stata esclusa per ragioni di razza e nazionalità”. “I successivi interventi del sindaco – prosegue l’arcivescovo – hanno reso necessario un secondo comunicato, per esprimere il rischio – divenuto già realtà per il bonus famiglie che ha visto la condanna del Comune di Ferrara, con il pagamento di 65.000 euro di spese processuali – di una possibile nuova condanna del Comune per discriminazione, alla luce delle sentenze della giurisprudenza. Il ricorso avviato dall’Asgi è la dimostrazione che non sbagliavamo a preoccuparci”. Ma “al di là di questo”, sottolinea mons. Perego, “rincresce – e lo abbiamo affermato in altre occasioni – che non si comprenda come gli interventi della Chiesa, in materia sociale, siano legittimi e nascano dall’opzione preferenziale dei poveri e dalla tutela dei più deboli che, da sempre, sono al centro del Magistero teologico e sociale della Chiesa”. Richiamando i pronunciamenti di san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, l’arcivescovo rimarca come “l’evangelica opzione preferenziale per i poveri, trattata come docente in 25 anni di insegnamento teologico dogmatico e sociale, e maturata in altrettanti anni di lavoro pastorale nella Caritas diocesana di Cremona, in Caritas Italiana e nella Fondazione Migrantes della Cei, da pastore di questa Chiesa locale, che mi vede come ogni vescovo presiedere l’Eucaristia e i sacramenti in Cattedrale e presiedere la Caritas diocesana, non può non rendermi attento alla tutela dei più poveri e dei più deboli, coniugando carità e giustizia, rifiutando con forza – conclude mons. Perego – ogni esclusione e prevaricazione, falsità gratuita o accusa laicista o spiritualista che allontani da questa fondamentale verità evangelica ed ecclesiale”.