“Possiamo guardare al prossimo ciclo elettorale in due modi contrastanti. Il primo può derivare dal cinismo o dall’indifferenza: nulla può essere fatto e cambiato. Il secondo è ispirato dalla nostra volontà e coscienza di uomini e donne di fede: è tempo di ripartire, di riprendere come gruppo sociale le redini del nostro futuro e di camminare con perseveranza e carattere, animati da una fede che non delude. Così, con san Paolo, possiamo dire che la nostra tribolazione è anche la fonte della nostra speranza”.
Lo scrive la Conferenza episcopale portoricana in un messaggio pubblicato in vista delle elezioni per il governatore dell’isola, territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America, previste per il 3 novembre. I vescovi stessi partono dal fatto che Porto Rico ha vissuto negli ultimi anni eventi drammatici, dal ciclone Maria del 2017 alle proteste politiche e agli scandali del 2019, dal terremoto dello scorso anno fino al Covid-19.
Pur consapevole di non promuovere partiti o ideologie, la Chiesa portoricana si propone di “illuminare la coscienza di tutti”, indicando alcune priorità, dato che “è nostro compito denunciare le ingiustizie e promuovere i cambiamenti e i mezzi possibili per sradicarla”. “Ancora una volta denunciamo il colonialismo e le politiche neoliberiste che perpetuano le condizioni che ci mantengono sottosviluppati e che non consentono l’attenzione dei nostri bisogni più elementari o la realizzazione delle nostre più alte aspirazioni”, scrivono i vescovi. In tale contesto, le recenti calamità e la pandemia hanno creato nuove marginalità e forme di povertà e il divario sociale è sempre più evidente nell’accesso all’istruzione. “La confusione causata dalla cattiva gestione della distribuzione di forniture e aiuti, l’inefficienza nella risposta di molte agenzie governative, la mancanza di equilibrio tra le misure sanitarie e la redditività economica e lavorativa di migliaia di famiglie sono un riflesso di quel sistema neoliberista basato sull’individualismo e sul perseguimento dei propri interessi”.
Tra le priorità indicate dalla Cep, ci sono dunque la lotta alla corruzione all’impunità, da raggiungere anche attraverso “un cambiamento delle attuali normative”, e un’economia “più solidale”, che non sottometta i servizi essenziali alle logiche di mercato.
Prosegue il messaggio, che auspica una maggiore partecipazione dei cittadini e un adeguato discernimento nella scelta dei propri rappresentanti: “Abbiamo bisogno di una nuova leadership nel suo stile, nella sua forma e nei suoi valori, che abbia la capacità di affrontare i problemi e guidarci di fronte alle sfide attuali. Persone con nuovi approcci, strategie e visioni, che siano consapevoli dei limiti di Porto Rico nel suo sviluppo socioeconomico e che siano disposte a promuovere importanti cambiamenti strutturali. Che non si accontentano del breve e medio termine, ma che cementano le basi del futuro”.