“Tutto il nostro impegno pastorale” riceve uno specifico orientamento “dall’introduzione della terza edizione italiana del Messale Romano” che, “come guida della celebrazione eucaristica, non è un qualsiasi mezzo pastorale che ci viene offerto, ma la strada con cui la Chiesa ci indica il modo con cui compiere l’atto supremo della nostra vita di credenti, il memoriale della Pasqua di Cristo, da cui scaturisce e in cui culmina l’esistenza cristiana”. Così il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’intervento pronunciato questa mattina in occasione dell’Assemblea del clero che si chiude domani. L’obbligatorietà dell’utilizzo del Messale è segnata dalla Pasqua 2021 e la possibilità è offerta fin da quando il libro sarà disponibile nelle librerie; di qui l’invito di Betori ai sacerdoti “a cominciare insieme, come segno di comunione; il quando potrebbe essere la prima domenica di Avvento il 29 novembre prossimo, ma per ufficializzare questa data attendo ancora un confronto con gli altri vescovi della Toscana”. Nel frattempo “prepariamoci e prepariamo la nostra gente, valorizzando i sussidi della Cei e della diocesi e impegnandoci a una breve catechesi sulla celebrazione eucaristica durante le messe domenicali dei mesi di ottobre e novembre”.
“Le novità – ha spiegato – vanno ben al di là delle rinnovate formulazioni di un’espressione del Gloria e di due passi del Padre Nostro. Segnalo in particolare diverse riformulazioni delle Preghiere eucaristiche e delle Collette. Ma si tratta di riaccostarci all’intero Messale con il cuore e la mente che lo riconoscano come un testo che vuole parlarci in modo nuovo di Dio e a Dio”.
Il passaggio alla nuova edizione del Messale, ha concluso, “dovrà quindi essere un’occasione per formare le nostre assemblee a una comprensione più profonda della liturgia che celebrano e per invitare noi stessi a presiederle con fede consapevole, con fedele adesione ai testi e ai gesti proposti, con corrispondenza tra ciò che celebriamo e come viviamo”.