“L’Italia ha il triste primato di essere una nazione a un livello di natalità tra i più bassi in assoluto. Le questioni sono evidentemente complesse, ma la situazione non ammette giustificazioni assolutorie”. Lo ha affermato questa sera il vescovo di Latina, mons. Mariano Crociata, presiedendo presso il santuario della Delibera a Terracina la messa per la festa della Natività di Maria Santissima.
“Una società nella quale gli anziani e i morti sono di più dei nuovi nati, è una società destinata all’estinzione”, ha osservato il vescovo: “E non possiamo nemmeno illuderci che questo riguardi altri in futuro, perché presto toccherà a noi di questa generazione, facilmente già destinata a finire in solitudine”. Che nuovi inizi si possono sperare in tale situazione? Da dove può giungere la salvezza senza apertura alla vita e al futuro? Come può Dio intervenire là dove c’è chiusura in se stessi al punto da interrompere e far morire la voglia di vita, la speranza di vita e di futuro?”, ha chiesto mons. Crociata. “Accanto a questa, l’altra domanda legata a filo doppio ad essa, e che riguarda l’educazione: che bambini, ragazzi e giovani stiamo crescendo?”, ha proseguito. “Notizie come quelle di questi giorni, che dicono di un branco di giovinastri che ha assassinato con inaudita violenza un bravo ragazzino inerme intervenuto per difendere un amico dall’aggressione, gettano nello sconforto sulla generazione che sta crescendo”, il commento del vescovo. “La Natività di Maria – ha notato – ci parla di un bisogno di rinascita che portiamo dentro e che condividiamo nella società di oggi. Maria ci invita ad assecondare tale bisogno, recuperando attenzione e dedizione ai fondamentali della vita e della società, nei quali il Signore stesso vuole intervenire e agire”. “Se non c’è, però, disponibilità e apertura alla vita e all’opera educativa, non si lascia nemmeno spazio per nuovi inizi e per promesse di salvezza”, ha concluso il vescovo.