È giunto il momento di “riprendere la vita pastorale delle nostre comunità con rinnovata convinzione”, senza però “avventurarci in modalità che potrebbero mettere in pericolo i fedeli e quindi farci ripiombare indietro verso limitazioni che non vorremmo più sperimentare. Ci è chiesto equilibrio, spirito di comunione, responsabilità. Quella che abbiamo esercitato finora, come ci viene riconosciuto da più parti”. Lo ha detto questa mattina il cardinale arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, alla Certosa, in occasione dell’Assemblea del clero che si è aperta ieri e terminerà domani. Dopo avere delineato il quadro generale condizionato dalla pandemia, con cui dovremo continuare a convivere, Betori ha ricordato che riprendono nelle parrocchie il catechismo e le celebrazioni dei sacramenti, seguendo le normative generali dettate dallo Stato, ma rimangono ancora sospesi eventi che prevedono un numero elevato di persone. “Principio fondamentale dell’azione pastorale resta sempre il bene delle persone”, ha detto l’arcivescovo ai sacerdoti esortandoli, specialmente in questo momento, a vivere il ministero con “generosità e prudenza”, preoccupandosi di uomini e donne “che privati dei loro riferimenti abituali, potrebbero anche andare totalmente alla deriva, se non saranno aiutati a riportarsi alle radici ultime dell’umano che vengono a riemergere a causa del ritorno sociale della morte e della riscoperta della necessità della cura dell’altro”.