“Questo stadio è una cornice straordinaria, uno dei più belli al mondo. La scelta non è però motivata da ragioni estetiche o sentimentali, l’atto di questa mattina tenta di incarnare una delle idee centrali del pontificato di Papa Francesco: ‘Voglio una chiesa in uscita’. In questo caso, il luogo è il messaggio. Il Papa ci invita a uscire dalle zone protette in cui si sente comodi. Usciamo umilmente, senza voler imporre niente a nessuno, per venire dove la gente vive e si incontra”. Lo ha detto mons. Melchor Sánchez de Toca, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della cultura, intervenendo oggi, nella suggestiva cornice dello stadio delle Terme di Caracalla, alla presentazione del volumetto “Mettersi in gioco. Pensieri sullo sport” che raccoglie le parole più significative di Papa Francesco a sportivi ed atleti di varie discipline.
Mons. Sánchez, che è anche il presidente di Athletica Vaticana, ha richiamato un’affermazione speculare di Giovanni Paolo II: “La Chiesa ha bisogno dello sport e lo sport ha bisogno della Chiesa”. Il Pontefice polacco alludeva anzitutto al valore educativo dello sport, ben compreso da grandi educatori come san Giovanni Bosco, il Murialdo, don Pino Puglisi. “Lo sport è importante non solo negli oratori, ma anche nei seminari, nelle case di residenza di anziani, nei nei luoghi di accoglienza per rifugiati e immigrati, come gli immigrati della cooperativa Auxilum accolti in Athletica Vaticana”, ha proseguito Sánchez auspicando “uno sport che sa creare inclusione, fare squadra tra giovani e adulti, stranieri e locali, normodotati e parilimpici. Alcuni di noi – aggiunge – hanno fatto il corso per diventare guide di atleti non vedenti”.
Ma per Giovanni Paolo II anche lo sport ha bisogno della Chiesa: “Non per fare catechesi negli stadi – assicura il presidente di Athletica Vaticana -, ma perché con l’esperienza di umanità e la saggezza che viene dal Vangelo vogliamo aiutare lo sport professionale con un supplemento di valori che lo aiutino a rimanere fedele alla sua vocazione e a prevenire le tentazioni che lo insidiano”. Il libro del Papa è come “una raccolta di vitamine che vogliamo mettere a disposizione di tutti quelli che hanno lo sport a cuore: dirigenti sportivi, allenatori che dovrebbero essere anche educatori e mentori dei giovani, e agli atleti stessi”. Francesco ha pensato soprattutto allo sport amatoriale: per questo alla presentazione odierna c’era anche una piccola rappresentanza di ragazzi del Csi, dello sport di base. “Lo sport che vogliamo – ha concluso Sánchez – è uno sport che sa unire e includere”.