Giovane ucciso a Colleferro: mons. Apicella (Velletri), “contro il virus della violenza siamo tutti chiamati a quell’indispensabile opera di civiltà che si chiama educazione”

“L’ennesimo atto di feroce e assurda violenza, cui non possiamo rassegnarci, nonostante la frequenza con cui la cronaca li riporta”. Esordisce così il vescovo di Velletri-Segni, mons. Vincenzo Apicella, in una nota diffusa questa mattina dopo la morte del giovane Willy Monteiro sabato notte a Colleferro (Rm), “ucciso a calci e pugni da quattro coetanei, nostri condiocesani, durante una rissa di cui non conosciamo i motivi e a cui era molto probabilmente estraneo”, spiega lo stesso vescovo di Velletri, del cui territorio fa parte Colleferro. “Una giovane vita, spezzata così brutalmente sotto i nostri occhi, grida alla nostra coscienza e non possiamo gettarla con indifferenza alle nostre spalle”, prosegue mons. Apicella, in un testo che chiede ai parroci di diffondere durante le messe della prossima domenica, accompagnato da un’intenzione per la vittima da leggere durante la Preghiera dei fedeli. “Tutti siamo corresponsabili”, insiste il presule. “Da dove provengono i virus della prepotenza, della violenza, della vigliaccheria, del disprezzo della vita, della stupidità che generano queste tragedie e gettano nella disperazione intere famiglie e comunità?”, si domanda il vescovo di Velletri. “Siamo quotidianamente seduti su una polveriera, che può esplodere improvvisamente e di cui non abbiamo consapevolezza”, aggiunge Apicella. E chiama in causa famiglia, Chiesa, scuola, istituzioni, media, perché siano partecipi “di quella fondamentale e indispensabile opera di civiltà che si chiama educazione e che va rivolta a tutti, anche agli adulti”. “Willy riposa tra le braccia amorevoli del Padre, ma noi ci sentiamo come Adamo quando seppe che Caino aveva ucciso Abele. Il Signore abbia pietà di noi!”, chiosa.

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