Custodia del Creato: mons. Perego (Ferrara), “educare a una ‘conversione ecologica’ che comporta un cambiamento profondo negli stili di vita”

“Essere ‘sentinella’ oggi significa prendersi cura, custodire il creato, educare a una ‘conversione ecologica’, che comporta un cambiamento profondo nello di stile della nostra vita, sposando – come ci ricorda, nell’enciclica Laudato sì’, Papa Francesco – ‘sobrietà, godere di poco, ritorno alla semplicità, umiltà, stile di vita equilibrato, solidarietà’ (L.S. 197)”. Lo ha ricordato ieri sera l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha presieduto in occasione della 15ª Giornata nazionale della salvaguardia del creato.
“Non si tratta semplicemente di vivere secondo un galateo ecologico, ma – ha osservato l’arcivescovo – di operare una svolta radicale e integrale, che ha conseguenze sulle scelte politiche, socio-economiche, culturali e familiari, con uno sguardo locale e globale; perché nulla più della cura del creato chiede una interdipendenza tra le persone e i popoli”. “Tutto è connesso”, ha ammonito Perego citando Papa Francesco. “Nulla più dell’ambiente chiede di coniugare il comandamento della carità”, ha proseguito, “con il superamento di un egoismo che si trasforma in capitalismo che uccide, in economia, e in una società consumistica che spreca e distrugge, senza guardare ai popoli più deboli e alle nuove generazioni, senza pensare al futuro”. “Questa cura del creato non chiede solo un’azione individuale, ma sempre più allargata, sul piano sociale ed ecclesiale; accompagnata da una preghiera al Padre, non solo personale ma comunitaria”. “Questa cura chiede una comunità attenta, unita, aperta al cambiamento, capace di custodire il creato come un bene comune, attorno al quale favorire nuove relazioni, un capitale sociale formato da rinnovati stili di vita”. “La Chiesa”, ha affermato Perego, “non può trascurare il grido di una terra ferita, che chiede più attenzione, più condivisione da parte di tutti. La denuncia del male contro il prossimo ma anche contro il creato, è oggi un dovere per il cristiano”. “La nostra comunione, lo sguardo ecumenico e interreligioso e la partecipazione responsabile alla vita delle nostre città – ha concluso l’arcivescovo –, ci aiutino a ‘vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà’ (Tt 2,12), con scelte radicali e nuovi stili di vita per salvaguardare l’opera della creazione e così contribuire alla ‘storia della natura’ (Teilhard de Chardin), con al centro il Risorto e con la forza della speranza”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori