“I Paesi devono concordare a livello internazionale quale livello di sorveglianza svolta dai servizi di intelligence possa essere autorizzata, quali le condizioni e in base a quali tutele, ivi compresa una supervisione indipendente ed efficace”, hanno sottolineato il presidente del comitato del Consiglio d’Europa “Convenzione 108” sulla protezione dei dati, Alessandra Pierucci, e il Commissario per la protezione dei dati del Consiglio d’Europa, Jean-Philippe Walter. Nella dichiarazione che oggi hanno pubblicato, invitano gli Stati a rafforzare la protezione dei dati personali nel contesto della sorveglianza digitale effettuata dai servizi di intelligence. Strumento giuridico internazionale che fornisce garanzie democratiche ed efficaci in questo campo, si spiega, è la convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei dati “Convenzione 108+”, il documento normativo del 1981, che il Protocollo aggiuntivo del 2018 ha reso al passo coi tempi, ma che ancora non è entrato in vigore, in attesa che altri Paesi lo sottoscrivano. “Quando il Protocollo sarà in vigore risponderà a due obiettivi importanti”, spiegano Pierucci e Walter: “Facilitare lo scambio di dati e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali, compresa l’integrità e dignità.