La decisione di Papa Francesco di non inserire nell’esortazione apostolica post-sinodale “Querida Amazonia” la possibilità di ordinare sacerdoti uomini sposati, i cosiddetti “viri probati”, deriva dalla dinamica stessa del processo sinodale. Lo si ricava da un appunto personale che lo stesso Francesco ha voluto condividere con La Civiltà Cattolica e in particolare con il suo direttore, padre Antonio Spadaro. Nell’appunto del Papa si fa riferimento al “cattivo spirito” che finisce “per condizionare il discernimento, favorendo posizioni ideologiche (da una parte e dall’altra), favorendo estenuanti conflitti fra settori e, quel che è peggio, indebolendo la libertà di spirito così importante per un cammino sinodale”.
Facendo riferimento esplicito al Sinodo per l’Amazzonia, riguardo all’ordinazione sacerdotale di viri probati, Francesco scrive: “C’è stata una discussione… una discussione ricca… una discussione ben fondata, ma nessun discernimento, che è qualcosa di diverso dall’arrivare a un buono e giustificato consenso o a maggioranze relative”. E prosegue: “Dobbiamo capire che il Sinodo è più di un Parlamento; e in questo caso specifico non poteva sfuggire a questa dinamica. Su questo argomento è stato un Parlamento ricco, produttivo e persino necessario; ma non più di questo. Per me questo è stato decisivo nel discernimento finale, quando ho pensato a come fare l’esortazione”.
Su tale rivelazione del Papa, il Sir ha chiesto un parere a Mauricio López, segretario esecutivo della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam), presente al Sinodo dello scorso ottobre. “Al Sinodo è successo – spiega – che la situazione dei due poli emersi durante la discussione su temi complessi e ‘processuali’ ha impedito al Papa di fare un passo in avanti su riforme più esplicite, c’era bisogno di un autentico e profondo discernimento orante”.
Il segretario della Repam torna per un attimo al lungo cammino preparatorio: In varie occasioni, in seguito alla lunga consultazione territoriale, ci siamo resi conto che la necessità esplicita della gente e del territorio era ‘processuale’, si chiedeva cioè una presenza della Chiesa credibile, rilevante, vicina e compagna di strada. Questo implicava l’esigenza di un discernimento sui ministeri, di approfondimento dei ministeri esistenti, di riconoscimento di alcuni servizi ecclesiali già esistenti. Tuttavia, alcune posizioni anche generose e coraggiose, ma ideologiche, hanno voluto imporre una tempistica, un ritmo sul tema del ministero ordinato, che non veniva percepito come qualcosa di pronto e maturo”.