“Il dibattito sul futuro dell’Unione sarà necessariamente influenzato, in profondità, dal complesso delle decisioni che stiamo adottando oggi per combattere le ricadute sociali, economiche, sanitarie della crisi. E anche dalla necessità delle scelte da compiere dopo l’ormai avvenuta Brexit. Credo che vadano affrontati un profilo di identità e un profilo di strategia”. Lo ha affermato il presidente Sergio Mattarella intervenendo in videoconferenza al Forum Ambrosetti. “Talvolta si avverte un deficit di consapevolezza e di fiducia circa la forza e il ruolo della Unione europea particolarmente nel contesto internazionale: si pensi solo al suo potenziale economico e commerciale, per non parlare del peso di una valuta di riserva come l’euro. Elementi tutti che, sin qui, l’Unione ha speso, meritoriamente, in termini positivi, per la costruzione di un ordine internazionale più equo e più giusto e, dunque, più sicuro per tutti. Gli interventi nati in momenti di necessità – e che rafforzano l’Unione – devono adesso essere orientati al superamento delle debolezze strutturali dell’edificio europeo, messe in luce da vicende come la stessa pandemia ma anche, ad esempio, dalla gestione dei fenomeni migratori”.
Il presidente della Repubblica ha osservato: “I nostri concittadini europei vivono con ansia il presente – fra timore di seconde ondate di contagio e accresciute difficoltà economiche – e guardano con incertezza al futuro: il processo di approvazione dei meccanismi di ‘governo’ del Fondo per la ripresa devono procedere, quindi, necessariamente, con massima rapidità, in modo da rendere disponibili le necessarie risorse già all’inizio del 2021”. Con “la medesima sollecitudine deve intervenire” la preparazione dei “piani nazionali di rilancio” che “saranno sottoposti all’attenzione degli organi comunitari. Anche da questo punto di vista entra in gioco – per i singoli Stati – il valore della responsabilità”. Ai Paesi membri dell’Ue “viene offerta una possibilità unica – forse irripetibile – di disporre di risorse consistenti per compiere riforme strutturali in grado non soltanto di garantire l’uscita dalla crisi, ma soprattutto di assicurare prosperità e benessere per le nuove generazioni, con un nuovo modello di crescita più sostenibile. Non a caso il piano di rilancio è chiamato piano Generazione Futura Ue, perché l’obiettivo vuole e deve essere quello di tracciare un orizzonte sostenibile per le giovani generazioni”. “Se agiremo con assennatezza l’Unione europea uscirà da questo periodo, altrimenti fosco e confuso, con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con più ampia influenza al livello internazionale. Servirà anche a porre condizioni di maggiore coesione ed equilibrio per un positivo sviluppo e per il successo della Conferenza sul futuro dell’Europa”.