Diocesi: mons. Damiano (arcivescovo coadiutore Agrigento), “tutti solleciti nel costruire il vincolo della pace in vista del bene comune”

“La maestosità, ma anche la precarietà di questa cattedrale dedicata a San Gerlando, che oggi ci ospita, ci sprona ad andare oltre il tempio materiale, per amare la nostra Chiesa locale con le sue bellezze e le sue fragilità, con i suoi santi e peccatori. Oggi davvero tutti sentiamoci chiamati a crescere nell’appartenenza alla Chiesa per costruire l’unità dello spirito nel vincolo della pace e dare alla nostra comunità diocesana un volto sempre più credibile luminoso”. Sono state queste le parole pronunciate oggi da mons. Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento, alla fine della solenne celebrazione della sua ordinazione episcopale.
Nella chiesa cattedrale aperta sulla antistante piazza Don Minzoni, dove è stato montato uno schermo gigante, c’erano i fedeli di Trapani, diocesi di appartenenza del nuovo presule, e quelli di Agrigento, pur con le limitazioni dovute alle norme di contenimento del Covid-19. Presenti anche il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, le deputazioni nazionali e regionali, le autorità locali, i sindacati, le associazioni di categorie. A loro il neo arcivescovo, citando il suo motto “Servare unitatem Spiritus” e la Gaudium et Spes, ha augurato di essere “solleciti nel mantenere l’unità dello spirito nel vincolo della pace”, di potere “tutti, comunità ecclesiali ed istituzioni civili, essere solleciti nel costruire il vincolo della pace in vista di quel bene comune che consenta e favorisca in tutti gli esseri umani, nelle famiglie e nelle associazioni, il conseguimento più pieno della loro perfezione”.
Già a ridosso della celebrazione di ordinazione episcopale, mons. Damiano aveva chiesto a chi collaborerà con lui e a se stesso “attenzione alla realtà ecclesiale e a quella sociale” e “cura delle situazioni di povertà e di indigenza”. Parlando delle gioie e dei timori di chi si appresta a rispondere all’invito del Signore a seguirlo come vescovo della Chiesa di Agrigento, aveva detto: “Più di qualcuno, amici ma anche sconosciuti, mi hanno chiesto perché non ho portato da subito la croce pettorale che è una delle insegne episcopali e io ho risposto che la croce che non si vede è certamente più pesante di quella che si porta attaccata al collo”. Prima che la celebrazione si concludesse, il nuovo arcivescovo coadiutore di Agrigento, con le parole di San Gregorio Magno, ha detto: “Una cosa chiedo a tutti e a tutte: ‘Pregate voi per me, perché sia in grado di operare per voi come si conviene’. Questo vi chiedo: una preghiera perché possa operare per tutta la Chiesa e insieme alla comunità dei credenti per tutta la famiglia umana, come si conviene e secondo i progetti di Dio”.

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