Sono 22 i seminaristi, più un diacono nicaraguense che ha concluso gli studi a Milano, che domani, sabato 5 settembre, alle 9 in duomo, l’arcivescovo Mario Delpini ordinerà al sacerdozio. Alla celebrazione nella cattedrale parteciperanno, oltre ai familiari dei futuri presbiteri, gli amici, i fedeli delle parrocchie seppure in numero contingentato a causa delle misure di distanziamento sociale dovute all’emergenza sanitaria. Chi non potrà essere presente fisicamente, avrà la possibilità di seguire la cerimonia da remoto grazie alla diretta trasmessa da Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), Radio Mater, www.chiesadimilano.it (sito e canale You Tube), Telepace. “I futuri preti della diocesi di Milano – puntualizza una nota di piazza Fontana – provengono principalmente dalle Zone pastorali di Monza e di Lecco, hanno un’età compresa tra i 25 e i 38 anni e diversi percorsi di studio e lavorativi alle spalle”. Marco della Corna, 34 anni, ad esempio, è stato un insegnante di matematica, prima di decidersi a “fare i conti con Dio”, come gli piace dire. Giacomo Trevisan, 34 anni, è stato uno studente di ingegneria aerospaziale. Simone Zappa, 25 anni, il più giovane della classe, è invece entrato in seminario subito dopo la maturità scientifica. Mons. Michele Di Tolve, rettore del seminario, afferma: “La diversità, sia nell’età, sia nei percorsi di vita è la ricchezza di questa classe che ha sempre testimoniato una grande vivacità intellettuale e spirituale all’interno della comunità del seminario”.
Il motto scelto dai nuovi sacerdoti è un versetto tratto dal Vangelo di Giovanni: “Perché il mondo creda” (Gv 17,21). Insieme ai seminaristi l’arcivescovo ordinerà al sacerdozio anche un candidato proveniente dal Nicaragua, Esler Salatiel Miranda Cruz, che ha ricevuto l’ordinazione diaconale nel suo Paese di origine e vive in Italia da alcuni anni. Il neo sacerdote avrà una destinazione in diocesi non ancora formalizzata. “Nella storia della Chiesa ambrosiana, gli ordinati di quest’anno saranno ricordati come i primi candidati al presbiterio divenuti preti ai tempi del Covid. La pandemia ha, del resto, condizionato la loro vita, a cominciare dal percorso di formazione in seminario che hanno completato, durante il lockdown, da remoto, prima seguendo le lezioni dalle proprie stanze, essendo per ragioni di sicurezza interdette le aule, e poi dalle proprie case. Le misure anti contagio hanno poi costretto lo stesso arcivescovo a posticipare la data della loro ordinazione, precedentemente stabilita il 13 giugno”.