Coordinare ed essere chiari nel comunicare le restrizioni alla libera circolazione all’interno Ue: queste le istanze che stanno dietro alla proposta della Commissione che oggi ha indicato criteri comuni e soglie comuni per gli Stati membri per decidere se introdurre restrizioni di viaggio. “La pandemia ha profondamente segnato il nostro diritto alla libera circolazione” ha spiegato il commissario per la giustizia, Didier Reynders, presentando “criteri semplici, applicabili senza discriminazioni, facili da seguire per gli Stati membri e che consentono di informare adeguatamente gli europei” evitando la “cacofonia delle norme”. Per questo la Commissione propone di mappare l’Europa del virus sulla base di criteri comuni e utilizzando una scala di colori in codice concordati (verde, arancione rosso e grigio); ha definito un quadro comune per le misure applicate ai viaggiatori provenienti da zone ad alto rischio, di cui i cittadini devono essere informati in modo chiaro e tempestivo. Ovviamente i Paesi restano autonomi nell’introdurre le proprie misure, ha specificato la commissaria per gli affari interni, Ylva Johansson, ma l’intento è di “ridurre la distanza” tra i criteri nazionali per l’introduzione delle misure restrittive alla circolazione. Si propone di ragionare a zone (di contagio) e non di Paesi, e si propone che i cittadini che sono nelle zone di un medesimo colore in Europa siano “sottoposti alle stesse misure restrittive, a prescindere dal passaporto che hanno in mano”, ha sottolineato Johansson.
Settimanalmente il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) pubblicherebbe, sulla base delle indicazioni provenienti dai Paesi membri, una “cartina” dell’Europa colorata a zone (secondo una scala basata sul numero totale di nuovi casi di Covid-19 notificati ogni 100mila persone in una data area in un periodo di 14 giorni; la percentuale di test positivi negli ultimi sette giorni; il numero di test Covid effettuati per 100mila persone negli ultimi sette giorni), mentre le misure assunte dai Paesi devono essere rese note una settimana prima della loro entrata in vigore. La Commissione chiede nella sua proposta anche che i Paesi membri non introducano più restrizioni alle frontiere ma – se del caso – si tratti di quarantena o preferibilmente, obbligo di tampone per i viaggiatori provenienti dalle zone classificate come rosse o grigie (con l’eccezione per i lavoratori che svolgono funzioni essenziali, come giornalisti in servizio).