“Certo non possiamo aspettarci che il modello economico che è alla base di uno sviluppo iniquo e insostenibile risolva i nostri problemi. Non l’ha fatto e non lo farà, perché non può farlo, anche se certi falsi profeti continuano a promettere ‘l’effetto a cascata’ che non arriva mai”. Al termine dell’udienza di oggi, pronunciata nel Cortile di San Damaso davanti a circa 500 fedeli, il Papa si è soffermato sul tema delle disuguaglianze e delle ingiustizie sociali spiegando, a braccio, quello che ha definito “il teorema del bicchiere”, che ha formulato così: “L’importante è che il bicchiere si riempia, e così poi cade sui poveri, sugli altri, che ricevono ricchezze”. “Ma c’è un fenomeno”, ha puntualizzato ancora fuori testo per contestare tale teorema: “Il bicchiere comincia a riempirsi e quando è quasi pieno cresce, cresce e cresce, e mai la cascata”. “Dobbiamo metterci a lavorare con urgenza per generare buone politiche, disegnare sistemi di organizzazione sociale in cui si premi la partecipazione, la cura e la generosità, piuttosto che l’indifferenza, lo sfruttamento e gli interessi particolari”, l’appello del Papa: “Dobbiamo andare avanti con tenerezza”, ha aggiunto a braccio. “Una società solidale ed equa è una società più sana. Una società partecipativa – dove gli ‘ultimi’ sono tenuti in considerazione come i ‘primi’ – rafforza la comunione”, ha assicurato Francesco: “Una società dove si rispetta la diversità è molto più resistente a qualsiasi tipo di virus”. “Dio ci conceda di ‘viralizzare’ l’amore e globalizzare la speranza alla luce della fede”, l’augurio finale. Il Regno di Dio, ha concluso il Papa, è “un Regno di luce in mezzo all’oscurità, di giustizia in mezzo a tanti oltraggi, di gioia in mezzo a tanti dolori”.