“Per Francesco non è solo importante la proposta in sé, ma anche lo spirito – buono o cattivo – che la porta avanti. Questo emerge non soltanto dal che cosa viene proposto, ma anche dal modo, dal linguaggio con il quale quella proposta viene espressa”. Lo scrive il direttore de La Civiltà Cattolica, p. Antonio Spadaro, analizzando in un lungo articolo nel numero in uscita sabato lo stile di “governo” di Francesco e la spinta propulsiva del suo pontificato. Per il Papa, spiega, “la disposizione interiore nell’assumere le decisioni è chiaramente espressa negli Esercizi spirituali: ‘Non volere nessuna cosa che non sia mossa unicamente dal servizio di Dio Nostro Signore’”.
Francesco “ha ben chiaro il contesto, la situazione di partenza; è informato, ascolta pareri; è saldamente aderente al presente. Tuttavia, la strada che intende percorrere è per lui davvero aperta, non c’è una road map soltanto teorica: il cammino si apre camminando”, afferma Spadaro. Inoltre, il suo pontificato e la sua volontà di riforma “non sono e non saranno solamente di ordine ‘amministrativo’, ma di avviamento e di accompagnamento di processi: alcuni rapidi e folgoranti, altri estremamente lenti”. Secondo il Papa, “il grande progetto di riforma può realizzarsi nel gesto minimo, nel piccolo passo, persino nell’incontro con una persona, ad esempio, o nell’attenzione a una particolare situazione di bisogno. È questo anche il motivo per cui Francesco non si rivolge solamente e genericamente alle autorità, ai governanti o a categorie di persone, ma spesso direttamente anche ai soggetti vittime di situazioni negative o di sfruttamento. Punta al piccolo, alla situazione concreta, che però – conclude Spadaro – ha in sé il seme della riforma evangelica”.