In Italia, oltre sette occupati su 10 (per un totale di 16,6 milioni di lavoratori) non hanno la possibilità di decidere l’orario di inizio e/o fine della propria giornata lavorativa. Per i lavoratori dipendenti l’orario è definito dal datore di lavoro mentre i vincoli che incontrano i lavoratori autonomi sono riferiti alle esigenze dei clienti o dalle norme. Il 16,4% degli occupati ha invece piena autonomia nella scelta e un ulteriore 12,0%, pur dichiarandosi autonomo, è soggetto ad alcune limitazioni. È quanto emerge dall’indagine “L’organizzazione del lavoro in Italia: orari, luoghi, grado di autonomia” relativa all’anno 2019 diffusa oggi da Istat ed Eurostat.
“Gli uomini, i lavoratori dai 50 anni in su e quelli con titolo di studio elevato – le categorie tradizionalmente più forti nel mercato del lavoro – hanno maggiori margini di flessibilità oraria: più spesso degli altri lavoratori – viene spiegato – possono decidere l’orario della giornata lavorativa e più facilmente possono accedere a permessi e a ferie, anche con breve preavviso. Più costrittive sono invece le condizioni lavorative di stranieri, giovani, donne e delle persone con un basso titolo di studio”.
La possibilità di assentarsi dal lavoro per qualche ora con breve preavviso è un aspetto centrale della flessibilità oraria e della conciliazione dei tempi di vita e lavoro; nel complesso, il 73,1% degli occupati dichiara di poterlo fare con una certa facilità: il 39,2% dichiara di poter prendere ore abbastanza facilmente e il 33,9% molto facilmente.