Concluse oggi le SdC days 2020, le giornate nazionali dedicate alle Sale della Comunità, con un programma ricco di incontri, panel, discussioni e anteprime che hanno messo al centro la sfida della ripartenza per le SdC. Tre giornate che hanno dato l’opportunità a esercenti, esperti e addetti del settore, di ragionare e discutere sul futuro delle sale, all’indomani dell’emergenza sanitaria.
Tutto si è svolto “Onlife”, sfruttando la capacità del virtuale e i mezzi di comunicazione e cercando di ricreare al meglio l’atmosfera di un evento vissuto dal vivo.
Le presentazioni sono state fatte dal Cinema Gabbiano di Senigallia da Laura Mandolini con Francesco Giraldo. Tra gli ospiti, Giacomo Poretti che ha parlato dei suoi film del cuore. Incontri poi con autori come Stefano Fresi, Antonio Padovan e Jan Komasa, regista di Corpus Christi, ma anche tavole rotonde sul ruolo delle Sale della Comunità come strumenti fondamentali per la Chiesa “in uscita” invocata da Papa Francesco o le piattaforme digitali a supporto delle sale fisiche. Oltre 5.000 le visualizzazioni nel corso della manifestazione.
Mentre gli storici Tomaso Subini e Gianluca della Maggiore hanno evidenziato come Papa Francesco cambi l’approccio della Chiesa nei confronti del cinema, indicando il neorealismo italiano come ispiratore di un “nuovo umanismo”, il teologo Brunetto Salvarani ha parlato di una Chiesa che può affrontare le sfide della contemporaneità solo investendo nella cultura, sottolineando così il valore pastorale delle Sale della Comunità. E, ancora, la tavola rotonda su “La sfida della ripartenza” ha sancito l’importanza delle SdC all’interno della intera filiera cinematografica quale anello necessario in una catena di valore. Nel suo saluto di apertura, il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, ha evidenziato come la sfida della ripartenza si possa vincere attraverso un rinnovato senso di comunità che le Sale della Comunità testimoniano in comunione, creatività e capacità di visione. Soddisfatto il presidente Acec, don Adriano Bianchi, che ha concluso i lavori con l’auspicio che le Sale della Comunità si configurino sempre più un “elemento imprescindibile tanto per la Chiesa in uscita quanto per il mondo della cultura del nostro paese nella valorizzazione del cinema d’autore italiano ed europeo”.