“Il sistema di sicurezza nazionale si è rivelato all’altezza dei gravosi compiti imposti dall’emergenza, confermando la sua indiscussa validità ed efficienza, che è un modello ed esempio anche in altri paesi”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, salutando il Papa all’inizio dell’udienza concessa in Aula Paolo VI ai dirigenti e agli agenti dell’Ispettorato di pubblica Sicurezza “Vaticano”. “Siamo stati costretti a vivere sofferenze, limitazioni mai conosciute prima, affrontate con grande compostezza e disciplina”, ha proseguito il ministro a proposito del Covid-19: “La violenza del virus ha falcidiato vite umane anche tra le forze politiche, privandole di preziose risorse e soprattutto di straordinarie persone”. “La pandemia evidenziato difficoltà sociali ed economiche che allungano una pericolosa ombra sul futuro, ma le misure europee aprono scenari incoraggianti per la ripresa economica occidentale”, la tesi di Lamorgese, secondo la quale occorre “farne un uso lungimirante, per combattere vecchie e nuove disuguaglianze che finiscono col lacerare il tessuto sociale e civile”. “Non possiamo dimenticare il dramma dell’immigrazione”, l’appello finale: “Nessuna persona può ritrarsi di fronte alle sofferenze di un essere umano alla disperata ricerca di una via di salvezza, e che per questo è disposto a mettere in gioco la propria vita. Gli sforzi del nostro Paese di farsene carico sono una prova di generosa solidarietà che riesce a prevalere sul mare nero dell’indifferenza”.