“Invito i nostri Stati membri, l’Armenia e l’Azerbaijan, a dar prova di responsabilità e di moderazione cessando immediatamente le ostilità. Al momento della loro adesione al Consiglio d’Europa, entrambi i Paesi si sono impegnati a risolvere tale conflitto con mezzi pacifici, e questo impegno deve essere scrupolosamente rispettato”. Marija Pejčinović-Burić, segretaria generale del Consiglio d’Europa, ha richiamato i due Paesi ai propri impegni, mentre nella regione del Nagorno-Karabakh, da anni contesa tra Armenia e Azerbaijan, sono riesplose le tensioni militari, le cui ricadute sono ancora a danno di civili già vulnerabili. “Chiedo alle autorità dei nostri due Stati membri di fare tutto ciò che è in loro potere per proteggere le vite umane e non impegnarsi in un conflitto militare”, compiendo “ogni sforzo per fermare la recrudescenza delle ostilità”. Anche l’Unione europea, per voce dell’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, ha chiesto “immediata cessazione delle ostilità” e “rispetto assoluto del cessate il fuoco”. Sia Pejčinović-Burić sia Borrell fanno appello al Gruppo di Minsk dell’Osce perché lavori per “una soluzione pacifica a questo conflitto”. Il gruppo, co-presieduto da Francia, Federazione Russa e Stati Uniti, si era riunito l’ultima volta il 14 settembre scorso a Parigi e aveva invitato i ministri degli esteri di Azerbaijan e Armenia a un incontro di persona, per riprendere i negoziati.