Giornata migrante e rifugiato: mons. Perego (Ferrara), “siamo chiamati a esercitare carità e giustizia”

“Le migrazioni oggi sono luoghi in cui siamo chiamati a rinnovare il nostro stile di vita cristiano e in cui esercitare carità e giustizia, coniugando nuove parole: conoscenza e comprensione, rispetto e tutela, promozione e condivisione, evitando di fare solo ciò che è nel nostro interesse, ma penalizza altri: sono le parole nuove che il Papa ci insegna nel suo Messaggio di quest’anno”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha presieduto nella basilica di San Francesco, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
“un messaggio – ha osservato l’arcivescovo – che interpella la nostra coscienza personale, ma anche la vita nella Chiesa e nella città” chiedendo “uno sguardo e un’attenzione particolare rivolta a chi – uomini e donne, famiglie – nei diversi Continenti a causa delle guerre, dei disastri ambientali, delle persecuzioni anche religiose sono costretti a lasciare la loro casa, la loro vita per muoversi all’interno di un Paese, di una Nazione”. “Senza giustizia – ha proseguito Perego – il cammino dei migranti è segnato da discriminazioni, sfruttamento, abbandono. Senza giustizia le famiglie dei migranti non trovano casa, non vengono rispettate, non vengono considerate”. E poi è necessaria la “carità, unita alla compassione, all’umiltà, al servizio”. “Sono questi – ha spiegato – alcuni dei ‘sentimenti di Gesù’, che come cristiani siamo chiamati a far abitare in noi e che si rinnovano nelle relazioni, nei nuovi incontri, nel dialogo, nel servizio”. “Purtroppo, invece, le migrazioni diventano spesso terreno di scontro ideologico, dove anche le scelte intelligenti e concrete vengono sacrificate, dove l’identità viene fatta scontrare con l’alterità, dove l’esigibilità dei diritti è indebolita, dove la vita e la dignità delle persone vengono umiliate”. “Il Signore – ha concluso – ci accompagni nella vita di ogni giorno, perché la nostra fede sia legata sempre alla carità e dia protezione e speranza ad ogni persona, in particolare ai migranti e ai rifugiati, ai profughi e agli sfollati”.

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