Nuovo massacro nel sudovest della Colombia, nel dipartimento del Nariño. L’Organizzazione nazionale indigena della Colombia (Onic) ha lanciato l’allarme su quanto avvenuto nel fine settimana nella riserva indigena Inda Sabaleta del popolo Awá, sulla scorta di una denuncia dell’organizzazione “Collettivo di avvocati José Alvear Restrepo” (Cajar).
Secondo l’organizzazione, che si è rivolta all’Alto Commissariato Onu per i diritti umani, alla Croce Rossa internazionale e al presidente della Repubblica Duque, il gruppo armato Los Contadores e il fronte Oliver Sinisterra sabato scorso, nel corso di un combattimento per prendere il controllo del territorio dove si trova la riserva indigena, hanno ucciso cinque indigeni e ne hanno ferito altri due. Inoltre, il fronte Sinisterra ha sequestrato 40 persone Awá, tra cui alcuni minori e donne, che al momento del se questo erano completamente indifese. Altri indigeni hanno lasciato la loro abitazione. L’intervento dell’Esercito ha impedito la presa di possesso della riserva, ma già dopo poche ore la popolazione civile era lasciata sola e in pericolo. Le organizzazioni della società civile chiedono di garantire i diritti delle popolazioni locali e ipotizzano la creazione di un cordone umanitario attorno ai territori indigeni.
Da tempo nel Nariño si confrontano numerosi attori armati. In particolare, il frente Sinisterra ha avuto origine da gruppi di ex guerriglieri Farc di origine afro che non sono stati inseriti nel programma di smobilitazione e reinserimento, e i paramilitari chiamati Contadores, alleati del cartello messicano di Sinaloa.