In occasione della Giornata internazionale dell’accesso alle informazioni che si celebra oggi 28 settembre, Transparency International Italia pubblica il suo primo report sul tema, Foia4Journalists 2019, che raccoglie le esperienze e i risultati ottenuti nel corso dell’ultimo anno in cui il Foia (Freedom of Information Act) è diventato sempre più uno strumento imprescindibile per lo svolgimento delle attività dell’associazione.
Nel 2019 Transparency International Italia ha inviato 64 richieste di accesso agli atti, 27 delle quali funzionali al lavoro di supporto dei whistleblower che si rivolgono al portale Alac-Allerta Anticorruzione e 37 inviate nell’ambito della collaborazione con i giornalisti nel progetto Foia4Journalists. Queste ultime hanno contribuito alla pubblicazione di due inchieste e di altrettanti approfondimenti realizzati quasi esclusivamente attraverso l’accesso alle informazioni.
“Il 75% delle richieste ha avuto un esito positivo con il riscontro da parte della Pubblica amministrazione arrivato nei tempi previsti, nell’11% dei casi la risposta è arrivata ma oltre il termine di 30 giorni previsto dalla legge e nel restante 14% dei casi non è pervenuta alcuna risposta”, ricorda una nota di Transparency, secondo cui “permangono molte criticità legate in particolare alla privacy del richiedente che ad oggi non è pienamente tutelata e ai dinieghi alle istanze di accesso che spesso non forniscono in maniera adeguata le motivazioni che hanno portato alla decisione di negare l’accesso a determinati atti”.
La stessa emergenza legata al Covid-19, prosegue la nota, “ha messo in bilico questo diritto che ha subito una sospensione ed è stato ‘declassato’ a mero procedimento amministrativo nell’indifferenza generale”. Per tutta la durata della sospensione del Foia, iniziata alla fine di febbraio e terminata il 15 maggio, Transparency ha monitorato ancora più attivamente “il tema dell’accesso alle informazioni e il lavoro delle Pubbliche amministrazioni che non sono state in grado di garantire strategie di compensazione, lasciando di fatto cittadini e appartenenti al mondo dell’informazione privi di un diritto fondamentale per lungo tempo”.
“Con il nostro lavoro sul Foia abbiamo avuto diverse soddisfazioni nel corso dell’ultimo anno e molte Pa hanno dato riscontri positivi – dichiara Davide Del Monte, direttore esecutivo di Transparency International Italia –, tuttavia l’emergenza Covid-19 ci ha dimostrato che il termine ‘diritto’ per ciò che concerne la trasparenza è al momento solo un’etichetta vuota. Trasparenza infatti è nella pratica una serie di procedimenti e di oneri burocratici a carico della Pubblica amministrazione e nulla più. C’è ancora tanto lavoro da fare per cambiare questo approccio”.