L’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, domenica 27 settembre inaugurerà simbolicamente l’inizio del nuovo anno oratoriano, benedicendo alle ore 11, nella parrocchia di Sant’Ilario vescovo (via Checov 25, Milano), il nuovo oratorio, “un esempio di applicazione concreta dei principi di ecologia integrale dall’enciclica Laudato si’”, secondo una nota della curia milanese. L’edificio è stato ristrutturato (il completamento è previsto per fine ottobre) “in modo da ridurre l’impatto ambientale, grazie a pannelli fotovoltaici sul tetto, pompe di calore e isolamento termico delle facciate. Gli interventi consentiranno un risparmio energetico del 30%, beneficiando l’ambiente e liberando risorse da dedicare all’attività pastorale”. All’attenzione all’ambiente il nuovo oratorio “unisce anche una vocazione sociale: nella palazzina è stato ricavato lo spazio per ospitare 10 minori stranieri non accompagnati, 4 neo maggiorenni e i loro educatori”. La comunità e l’appartamento saranno gestiti dalla Caritas Ambrosiana, attraverso la cooperativa Intrecci, del Consorzio Farsi prossimo. “L’accoglienza e l’apertura diventeranno un’occasione di crescita e maturazione per i nostri giovani e per l’intera comunità”, sostiene il parroco don Marco Ferrandi, che ha voluto che a questo tema fosse dedicato anche il murales realizzato sulla facciata da un gruppo di street artist del quartiere ingaggiati per l’occasione.
“Sempre di più gli oratori (937 in tutta la diocesi) stanno diventando luoghi in cui ci si educa attraverso la solidarietà – spiega don Stefano Guidi, direttore della Fondazione oratori milanesi –. Sono percorsi iniziati già da tempo, ma che hanno subito un’accelerazione con l’emergenza sanitaria. Durante i mesi più duri del lockdown sono stati molti i giovani dei nostri oratori che si sono messi a disposizione delle comunità, ad esempio per portare la spesa agli anziani o confezionare i pacchi viveri per chi aveva bisogno. Ora questa generosità deve trovare nuove vie per esprimersi. Ma è questa la strada giusta da percorrere”.