“Il superamento della pandemia in Europa sarà il risultato della collaborazione di tutti, ma una parte rilevante dipenderà dalla speranza attiva dei cristiani che vivono nella luce del Cristo risorto e spargono carità compassionevole su tutti i bisognosi, senza differenza di colore, etnia o religione”. Lo ha detto il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, portando il saluto della Santa Sede ai vescovi europei riuniti via web, da oggi fino a domenica 27 settembre, in assemblea plenaria. Al centro delle discussioni l’esperienza della pandemia. Così il prefetto Ouellet: “Di fronte all’esperienza planetaria della morte per Coronavirus, del mancato congedo dei nostri cari, della privazione dei sacramenti per tante comunità, della crisi sociale ed economica per mancanza di lavoro, dell’incertezza davanti all’evoluzione della pandemia, ci sentiamo tutti in qualche modo smarriti, spiazzati e bisognosi di aiuto e solidarietà, soprattutto vedendo la sorte dei più poveri ridotti alla miseria. Come maestri della fede alla guida di milioni di fedeli in Europa, siamo consapevoli della sfida di rendere testimonianza della Speranza che abita in noi e ci spinge a cercare il modo adeguato, seguendo l’esempio di Papa Francesco, per consolare, incoraggiare, motivare e sostenere tutti gli sforzi per andare avanti insieme senza lasciare nessuno indietro”. Il cardinale ha ricordato le tragedie che hanno sconvolto anche in passato la vita delle comunità e delle Nazioni. Di fronte però a questo “mistero di silenzio e di abbandono”, i cristiani sono chiamati anche oggi a far “risorgere la speranza nell’umanità” che scaturisce dalla fede. “Papa Francesco – dice Ouellet – ci ha lasciato questo messaggio fin dal momento più buio della pandemia, interrogando la nostra fede dalla barca di Pietro e spargendo la benedizione pasquale con l’Ostensorio eucaristico”. “Rimaniamo tutti colpiti e ispirati da questi ricordi che ci spronano a rimboccarci le maniche per inventare un futuro migliore con realismo, umiltà, fiducia e soprattutto consapevoli di dover testimoniare la speranza per tutti”. Riguardo invece alla perdita dell’abitudine della messa domenicale, il prefetto ha invocato “una nuova evangelizzazione per far scoprire ai cristiani che l’Eucaristia non è solo l’alimento spirituale per il nostro cammino”, ma la fonte da cui trarre “coraggio nella prova”.