“Il nostro pensiero orante va alle molte vittime dell’epidemia, a quanti hanno vissuto l’estremo passaggio senza la presenza dei loro cari”. Con queste parole si è aperta oggi pomeriggio l’assemblea plenaria dei vescovi presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa riuniti via web fino a domenica per parlare della “Chiesa in Europa dopo la pandemia. Prospettive per il creato e per le comunità”. A pronunciarle nella prolusione, il card. Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. “Diciamo la nostra ammirazione al popolo sconfinato di coloro che – medici, personale d’assistenza, forze dell’ordine, gestori dei servizi essenziali, volontari, sacerdoti, religiosi e religiose – hanno fatto sentire con la preghiera, la parola, lo sguardo, il gesto, che una società veramente umana non abbandona nessuno, e che la cura delle persone richiede terapie appropriate, ma non può fare a meno dell’amore e del calore umano e religioso. Il nostro pensiero si allarga: vorremmo che le nostre comunità, i nostri popoli, gli Stati, l’Europa, ci sentissero vicini, Pastori e amici”. E aggiunge: “Lasciateci dire: in questo momento, il nostro cuore vorrebbe raggiungere il mondo intero, e accostarsi – come il samaritano del Vangelo – all’umanità segnata dal flagello invisibile, assetata dell’acqua viva che è Gesù. Per tutti continueremo a pregare, e a portare ogni forma di presenza possibile, segno della grazia di Cristo”. A nome dei vescovi europei, Bagnasco formula un augurio: “speriamo che la vita sociale e religiosa, del lavoro e dell’economia, delle Nazioni, possa riprendere più vera, più saggia ed efficace”.