Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare hanno presentato oggi ai Mercati agro-alimentari Sicilia (Maas) il progetto nazionale “Ri-pescato: dal mercato illegale al mercato solidale”. Si tratta di una iniziativa che ha l’obiettivo di recuperare e lavorare il pesce sequestrato per poi distribuirlo agli enti caritativi.
“Ri-pescato” ha già superato una fase di sperimentazione di 18 mesi che ha consentito la distribuzione di circa 83.000 pasti a persone bisognose grazie al recupero di oltre circa 12.000 kg di pescato di frodo. L’attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane. “L’impatto sociale e i benefici del progetto – spiega una nota congiunta –, è importante: il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (il pesce potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione”. Lo sviluppo di questo progetto e del suo innovativo modello di recupero potrà essere esteso dal territorio siciliano ad altre Regioni costiere in Italia nei prossimi mesi.
Elena Jacobs, responsabile Valorizzazione del sociale e relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Siamo molto contenti di questo nuovo intervento che ci vede ancora una volta insieme al Banco Alimentare. Dopo l’accordo di collaborazione quadriennale e il sostegno al progetto Siticibo che ci hanno permesso di offrire milioni di pasti alle persone in difficoltà, questa iniziativa originale e innovativa rafforza l’impegno della Banca a favore delle persone in stato di bisogno”. Mentre Giuseppe Parma, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare, ha commentato: “È stata la stessa Banca a proporci la possibilità di finanziare progetti innovativi che potessero aprire nuove possibilità di sostegno alimentare per le persone in difficoltà, andando ad incidere anche su inclusione sociale e sui temi di economia circolare”.