Una cifra quasi inimmaginabile di dati proviene dallo spazio. Negli ultimissimi anni la crescita di satelliti per l’osservazione della Terra ha prodotto una valanga di informazioni sulle evoluzioni ambientali del nostro Pianeta. Studiarle tutte per l’uomo sarebbe impossibile. Ecco quindi l’aiuto indispensabile che arriva dall’intelligenza artificiale. Al convegno che la Università Pontificia salesiana dedica oggi e domani al tema sono stati illustrati le ultime applicazioni da parte di Domenico Grandoni, Head of Big Data, Analytics & Artificial Intelligence Solutions Competence Centre della e-GEOS (ASI/Telespazio). “Senza l’intelligenza artificiale – spiega – non saremmo in grado di processare la mole di dati e identificare le anomalie, anche perché l’occhio umano non è capace di analizzare più di tre bande spettrali. Negli ultimi cinque anni, c’è stata una accelerazione incredibile dell’uso dello spazio e di applicazioni che qualche anno fa non avremmo immaginato. Oggi le domande di anni fa stanno trovando delle risposte, la tecnologia sta abilitando il fatto che le sfide possano diventare la realtà”. Un occhio all’etica lo dedica Fabio Moioli, Head Microsoft Consulting and Services della Microsoft nel suo intervento quando ricorda che in futuro con i quantum computer “potremo fare in secondi operazioni che oggi con i computer più potenti impiegherebbero anni. Sta a noi – sottolinea – decidere come usare la tecnologia. È fondamentale che ci sia sempre un umano che decida e non un algoritmo. L’algoritmo infatti impara da noi, anche dai nostri pregiudizi. Tutto – ribadisce – sarà automizzato ma non i nostri principi”. Sul futuro determinato dai quantum ha infine parlato Federico Mattei, Innovation and Technical Manager dell’IBM e Quantum Ambassador. “Ci permetteranno – prevede – di migliorare alcuni degli algoritmi alla base della intelligenza artificiale, per esempio quelli che caratterizzano gli eventi. Sono strumenti che vanno in mano agli esseri umani, dipenderà dall’uso che ne faremo”.