Si è svolta ieri a Rizziconi (Reggio Calabria) la prima delle due giornate dell’assemblea diocesana di Oppido Mamertina-Palmi sul prossimo Sinodo diocesano 2020-2022, “Camminare nella verità”. Nel suo intervento il vescovo Francesco Milito, ha svolto un’ampia e articolata relazione sul “Perché del Sinodo diocesano” soffermandosi dapprima sui criteri di scelta dei membri sinodali invitandoli “a considerare una grazia speciale, unica, l’esserne coinvolti come membri”. Per mons. Milito il Sinodo è “contestualmente e inseparabilmente, atto di governo episcopale ed evento di comunione, strumento per eccellenza per prestare aiuto al vescovo nel determinare l’ordinamento canonico della Chiesa diocesana”. Il vescovo ha indicato i motivi che gli hanno suggerito la realizzazione del Sinodo diocesano e specificamente il primo, i 40 anni dalla costituzione della nuova diocesi di Oppido Mamertina-Palmi perché “quarant’anni rappresentano un tempo ragionevole per leggere con sguardo di sintesi i fenomeni compiuti con la guida di pastori che si sono avvicendati in diocesi e per confermare il valido e rinnovare nella continuità” . Ma “soprattutto – ha sottolineato mons. Milito – la grazia della visita pastorale che ha offerto tappa dopo tappa molti e preziosi motivi perché il Sinodo ne cogliesse domande e risposte affidandone l’elaborazione all’impegno di tutti. Se infatti la visita pastorale è l’esperienza già completa, maturante e arricchente della vita di un vescovo, il Sinodo è la forma più alta del governo pastorale perché in essa si avverte come la comunione, la koinonia – costitutiva della Chiesa – si fa servizio e diakonia di profezia, cioè lettura del presente alla luce dell’eterno di Dio”.
Il vescovo ha poi evidenziato come il Sinodo diocesano si collochi nel cammino della Chiesa aperta dal Vaticano II: “questa filologia sinodale vuole essere di puntualizzazione e di aiuto per la teologia sinodale, facendo comprendere che dire sinodo è mettersi insieme, riunirsi in assemblea per intraprendere un viaggio insieme”.