Anche di fronte alla distruzione provocata dai terribili incendi nelle regioni brasiliane di Amazzonia, Cerrado e Pantanal, “il Governo federale insiste paradossalmente nel dire che bisogna congratularsi con il Brasile per la protezione del suo ambiente. Questo atteggiamento è chiaramente in contrasto con la coscienza sociale e ambientale, e di fatto è a beneficio solo dei grandi gruppi economici che operano nel settore minerario e dell’agrobusiness”. Lo denuncia la presidenza della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile in una nota diffusa ieri. L’Ufficio del Pubblico ministero, ricordano i vescovi brasiliani, “ha mostrato al Governo federale i luoghi più sensibili in cui si sarebbero verificati con più probabilità la deforestazione e gli incendi. Sono state intentate anche azioni legali. Tuttavia, non c’è stata alcuna risposta, che avrebbe impedito questa tragedia socio-ambientale”. Prosegue il messaggio, firmato dal presidente dell’organismo, dom Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte, e dal resto della presidenza: “L’effettivo superamento di questa situazione caotica avverrà solo attraverso una forte azione di ispezione, indagine e accertamento delle responsabilità dei colpevoli, obbligo di rimboschimento, pieno recupero della natura devastata e riorganizzazione della struttura economica”. In tale contesto, la Cnbb invita la società brasiliana a “unirsi ancora di più attorno al Patto per la vita e per il Brasile”, che l’episcopato ha firmato assieme ad altre realtà della società civile.