L’Ue “ha fallito”: così Ludovic Voet, segretario confederale dell’Etuc (Confederazione organizzazioni sindacali europee) commenta il Patto europeo sul migrazione e asilo della Commissione europea. “I sindacati conoscono il significato di solidarietà e questo non lo è. La fortezza Europa sembra più forte che mai”. Il Patto va “verso un sistema che dà la priorità a riportare le persone vulnerabili nelle zone di povertà e di conflitto il più rapidamente possibile per placare i populisti”, “riguarda la gestione delle relazioni tra gli Stati membri, non i bisogni dei migranti”. Qui invece ci sono “confini più forti e più rimpatri”, “mascherati da solidarietà”. Servirebbe invece, spiega Voet, “un’azione sulle rotte legali per la migrazione per lavoro che impedisca lo sfruttamento dei migranti da parte di alcuni datori di lavoro spudorati che creano concorrenza sleale con i lavoratori locali”. I percorsi legali previsti dal Patto “riguardano l’attrazione dei talenti: non è un approccio basato sui diritti ma un approccio di fuga dei cervelli”.