“L’Italia sta diventando un Paese di emigrazione”. A lanciare il grido d’allarme è stato mons. Guerino Di Tora, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e presidente della Fondazione Migrantes, intervenuto alla conferenza stampa di chiusura del Consiglio permanente della Cei, svoltosi in questi giorni a Roma. “Negli ultimi 10 anni – ha reso noto il presule – molti italiani sono emigrati all’estero, per motivi di studio e soprattutto di lavoro, e anche per motivi di pensione, come gli anziani emigrati in Portogallo”. Di qui la necessità di “prendere in considerazione il fenomeno migratorio non solo in entrata, ma anche in uscita”, come fa la Chiesa italiana con l’apposita Colletta “per favorire le attività delle cappellanie italiane verso l’estero”. E proprio il tema delle migrazioni interne, ha ricordato Di Tora, è al centro della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra domenica prossima, 27 settembre. “Il tema delle migrazioni interne è sottovalutato”, ha detto il vescovo, ricordando che “si stima che nel mondo siano 50 milioni i migranti interni, a cui si aggiunge oggi la pandemia, con il dramma del silenzio e della dimenticanza totale”. “Conoscenza e solidarietà”: sta in questo binomio, per Di Tora, la risposta alle migrazioni, che richiedono “un novo umanesimo, realtà non solo cristiana, ma affidata alla coscienza universale”. Sul tema delle migrazioni, Simore Varisco, nel corso della conferenza stampa, ha presentato il suo ultimo libro, “Il giorno di chi è in cammino”, che raccoglie la storia della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato in Italia.