Il coronavirus ha raggiunto anche i monaci del Monte Athos, “montagna sacra” situata nella Grecia settentrionale, cuore spirituale dell’intera ortodossia, a cui si può accedere solo via mare. È la sede di 20 grandi monasteri. Solo i monaci ortodossi sono autorizzati a stabilire una residenza permanente sull’Athos e l’attuale numero della popolazione monastica ammonta a circa 1.500 unità. Secondo quanto riporta oggi il sito di informazione ortodossa “othodoxtimes.com”, altri tre nuovi casi – che si aggiungono ai dieci esistenti dei giorni precedenti – sono stati rilevati martedì sul Monte Athos. Secondo il sito, i tre casi si trovano in un eremo nell’area più ampia di Karyes. Martedì pomeriggio, l’esperto in malattie infettive Sotiris Tsiodras, e il segretario generale per la Protezione civile Vassilis Papageorgiou, sono tornati sulla penisola per incontrare i rappresentanti della comunità monastica e adottare nuove misure per limitare la diffusione di Covid-19. Il team della National Public Health Organization è rimasto a Karyes per effettuare controlli a campione.
L’allerta era scattata qualche giorno fa quando un monaco risultato positivo al Covid-19 era stato trasferito nell’ospedale di Salonicco, dopo aver sviluppato sintomi acuti della malattia. Si tratta di un uomo di 85 anni e, sebbene in cura in terapia intensiva, le sue condizioni sono migliorate nelle ultime ore ma rimangono gravi. Pur essendo collocato in Grecia, l’Athos è sotto la diretta giurisdizione del Patriarcato ecumenico e il Patriarca ecumenico è il capo spirituale della “santa montagna”.