“La lettera Samaritanus bonus della Congregazione per la Dottrina della fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita, salutando lo straordinario sviluppo delle tecnologie biomediche come opportunità di servizio al bene integrale della vita e della dignità di ogni essere umano, ribadisce quella che è da sempre, la posizione della Chiesa riguardo ai temi della vita e della morte che non possono essere i criteri ultimi con i quali si misura la dignità umana”. Così Renata Natili Micheli, presidente nazionale del Cif (Centro italiano femminile), in un comunicato. “Eppure, malgrado il messaggio non sia né rivoluzionario né nuovo, è cominciata la gragnuola di critiche riguardanti la presunta invasione di campo della Chiesa rispetto ai temi specifici della politica o della libertà personale”, osserva. “Ma se la Chiesa non può ribadire il messaggio del Vangelo, le sue espressioni come fondamenti dottrinari proposti dal magistero, fornire orientamenti pastorali, sostenere l’umanità dinanzi alla sfida della vita e della morte come potrebbe ancora dirsi portatrice della speranza di Gesù sulla Croce?”, si chiede la presidente del Cif. E conclude: “Tutti vogliono insegnare alla Chiesa come fare il suo mestiere, esautorando questa del diritto alla profezia che pure viene riconosciuto a tutti”.