“Oggi, questa mancanza di rispetto del principio di sussidiarietà si è diffusa come un virus”. È l’analisi del Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, pronunciata nel Cortile di San Damaso davanti a circa 500 fedeli. “Pensiamo alle grandi misure di aiuti finanziari attuate dagli Stati”, l’invito di Francesco: “Si ascoltano di più le grandi compagnie finanziarie anziché la gente o coloro che muovono l’economia reale. Si ascoltano di più le compagnie multinazionali che i movimenti sociali. Parlando in dialetto quotidiano, si ascoltano più i potenti che i deboli”. “E questo non è il cammino, non è il cammino umano, non è il cammino che ci ha insegnato Gesù, non è attuare il principio di sussidiarietà”, ha aggiunto a braccio: “Nel sottocosciente collettivo di alcuni politici, o di alcuni lavoratori sociali, c’è questo motto: tutto per il popolo, niente con il popolo. Dall’alto in basso, ma senza ascoltare la saggezza del popolo, senza far attuare questa saggezza nel risolvere questi problemi o nell’uscire da questa crisi”. “Pensiamo anche al modo di curare il virus”, l’altro esempio scelto dal Papa: “Si ascoltano più le grandi compagnie farmaceutiche che gli operatori sanitari, impegnati in prima linea negli ospedali o nei campi-profughi”. “Questa non è la strada buona, tutti vanno ascoltati, quelli che sono in alto e quelli che sono in basso”, la denuncia di Francesco, secondo il quale “per uscire migliori da un a crisi, il principio di sussidiarietà dev’essere attuato, rispettando l’autonomia e la capacità di iniziativa di tutti, specialmente degli ultimi”.