“O insieme, o non funziona: o lavoriamo insieme per uscire dalla crisi, tutti i livelli della società, o non ne usciremo mai, Non funziona”. Lo ha ribadito, a braccio, il Papa, nell’udienza di oggi, nel Cortile di San Damaso davanti a circa 500 persone ha spiegato ancora una volta che “uscire dalla crisi non significa dare una pennellata vernice alle situazioni attuali perché sembrino un po’ più giuste. Uscire dalla crisi significa cambiare, e il primo cambiamento lo fanno tutti, tutte le persone che formano il popolo. E tutti insieme, tutti in comunità. Se non lo fanno tutti, il risultato sarà negativo”. “La solidarietà è la via per uscire dalla crisi”, ha osservato il Papa: “ci unisce e ci permette di trovare proposte solide per un mondo più sano. Ma questo cammino di solidarietà ha bisogno della sussidiarietà”. “Non c’è vera solidarietà senza partecipazione sociale, senza il contributo dei corpi intermedi”, la tesi di Francesco: “senza il contributo delle famiglie, senza il contributo delle associazioni, delle cooperative, delle piccole imprese, delle espressioni della società civile. Tutti devono contribuire, tutti”. “Tale partecipazione aiuta a prevenire e correggere certi aspetti negativi della globalizzazione e dell’azione degli Stati, come accade anche nella cura della gente colpita dalla pandemia”, ha assicurato Francesco, secondo il quale “attuare il principio di sussidiarietà o dà speranza in un futuro più sano e giusto; e questo futuro lo costruiamo insieme, aspirando alle cose più grandi, ampliando i nostri orizzonti e ideali”.