Colombia: Bogotá, nuove manifestazioni con 30 arresti e 16 feriti. Morsolin, “uso della forza indiscriminato”

Nuovi scontri e repressioni a Bogotá, lunedì sera, al termine di una manifestazione nazionale che si stava sviluppando in modo pacifico. Verso 5 del pomeriggio migliaia di giovani stavano riempiendo pacificamente la centralissima plaza de Bolívar, ma a 50 metri dall’arrivo della carovana del candidato presidenziale Gustavo Petro, accompagnato da vari parlamentari, con la protezione della guardia indigena, la polizia speciale Esmad ha effettuato un lancio massiccio di gas lacrimogeni. Il bilancio è stato di trenta arrestati e sedici feriti. Dalla capitale colombiana l’esperto di diritti umani Cristiano Morsolin reputa “preoccupante” che “la polizia, su autorizzazione della sindaca ecologista Claudia López, abbia usato la forza in modo indiscriminato, in partenza per frenare assalto a uno sportello bancario incendiato, e soprattutto che abbia aggredito la trentenne parlamentare verde Caterine Miranda (voce dell’opposizione) che insieme a Inti Asprilla, difendeva un giovane colpito da violenze degli agenti, come documentato da vari video diffusi dal quotidiano El Tiempo”. Questo uso indiscriminato della violenza della polizia, secondo Morsolin, “è l’antitesi dell’appello dell’arcivescovo, mons. Rueda di rispettare il diritto alla vita e alla protesta”.
Nell’ultimo editoriale della rivista del Cinep, istituto per la pace emanazione dei Gesuiti, il direttore dell’Istituto, Luis Guillermo Guerrero, commenta così quanto accaduto nella capitale nelle ultime settimane: “Gli eventi sono stati dolorosi e oltraggiosi. Dopo l’omicidio di Javier Ordóñez, in due giorni di protesta, quattordici persone sono state uccise con arma da fuoco a Bogotá e Soacha e circa trecento tra cittadini e agenti sono stati feriti, secondo il bilancio nazionale del ministero della Difesa. La maggior parte delle vittime e dei feriti erano giovani, donne e uomini. Ancora una volta sono loro nel Paese vittime della polarizzazione e della violenza. Ciò che abbiamo visto a Bogotà, Medellín, Cali, Ibagué, Barranquilla, Tunja e in altre città del Paese è stata una forte espressione di protesta giovanile che ha condannato con indignazione l’uso sbagliato della forza da parte della polizia, arresti arbitrari e atti di tortura contro i civili disarmati”.

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