Con la tradizionale conferenza stampa d’apertura, è iniziata stamane a Fulda l’assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale tedesca (Dbk). Nell’ordine del giorno compaiono una riflessione sulla vita della Chiesa e delle comunità locali in relazione alle ricadute della pandemia del Covid-19 e un confronto sull’andamento del Cammino sinodale; a questo riguardo l’assemblea affronterà nella mattinata di domani il tema “conflitti e prospettive”, un confronto per “chiarire a quale consenso si potrà giungere” sui temi più controversi, come “vivere il conflitto e restare insieme”, ha spiegato ai giornalisti il presidente dei vescovi Georg Bätzing che, eletto a marzo scorso, per la prima volta guiderà i lavori. Nell’agenda dei vescovi le decisioni conclusive per la definizione del sistema di risarcimento economico alle vittime di abusi. I vescovi avvieranno poi una riflessione sulla situazione della Chiesa in Germania in relazione al fenomeno delle persone che lasciano la Chiesa, “in numero particolarmente alto nel 2019” ma anche dell’“appartenenza debole”: “dovremo dedicare tanto tempo a questo tema” per comprendere le “ragioni più profonde” di questi atteggiamenti e “quali conseguenze pastorali” ciò comporta, ha spiegato mons. Bätzing. Sul tavolo anche il testo del Gruppo di lavoro ecumenico dei teologi protestanti e cattolici (Öak) che sostiene “teologicamente giustificata la reciproca partecipazione all’eucaristia” e le “osservazioni critiche” sollevate a riguardo dalla Congregazione per la dottrina della fede.
Infine si parlerà di migranti: “Abbiamo bisogno di un sistema nuovo per affrontare le sfide dei migranti che arrivano alla ricerca di asilo” ha spiegato mons. Bätzing. Grato al governo tedesco che si è dato disponibile ad accogliere famiglie da Moria, Bätzing ha esortato nel semestre di presidenza Ue della Germania a “trovare una soluzione in Europa”, non nel senso del “tenere fuori” queste persone: “non è cristiano, non lo appoggiamo”. Nel suo briefing ai giornalisti il presidente dei vescovi ha fatto riferimento anche alla Bielorussia: “Siamo solidali – e in contatto – con le persone che in quel Paese dimostrano per la libertà e la democrazia”, e ha aggiunto: “Chiediamo al governo, lo dico con estrema chiarezza, che l’arcivescovo di Minsk possa rientrare nella sua diocesi in Bielorussia”.