“È straziante notare il lungo elenco di omicidi e attentati che, in vari scenari, si sono verificati nel Paese negli ultimi mesi. Le aggressioni alla vita e alla dignità umane sono ogni volta più atroci e hanno conseguenze umanitarie sempre più gravi per la nazione”. È la drammatica considerazione fatta dalla Conferenza episcopale colombiana, intervenuta ieri ancora una volta, attraverso la sua presidenza, proprio nella Giornata internazionale per la pace, dopo che altri due massacri, nel sudovest del Paese, si sono aggiunti alla lunga catena di questi mesi. Domenica, infatti, si è avuta notizia dell’uccisione di sei giovani delle zone rurali del Comune di Buenos Aires (Cauca) e di quattro persone dei comuni di Mosquera ed El Charco (Nariño). I due episodi criminali hanno lasciato feriti e danni anche ai materiali.
“Riaffermiamo che la vita umana è sacra e che attentare contro di essa è un crimine molto grave, contro le persone e le comunità; che non è possibile raggiungere la pace senza rispettare e difendere la vita”, scrivono i vescovi colombiani, che aggiungono: “Chiediamo a tutti coloro che continuano a generare violenza che si metta fine definitivamente a questa macchina di morte”. Inoltre, “chiediamo al popolo colombiano di assumere un impegno chiaro e coraggioso per la difesa della vita”.
Prosegue la nota: “Chiediamo alle autorità competenti di rafforzare le misure di protezione per le comunità colpite e di andare avanti con la dovuta diligenza nelle corrispondenti indagini e azioni penali verso i responsabili dei massacri”.
Infine, i vescovi chiedono che “iniziative di solidarietà siano dirette in molti modi e per sostenere le comunità che, tra minacce e incertezze, continuano a subire le conseguenze dirette della violenza” e invitano le comunità a “perseverare nella preghiera per la pace, così come a continuare a promuovere azioni che portino alla riconciliazione e alla difesa della vita”.