“Dopo tanti mesi riprendiamo i nostri incontri faccia a faccia, e non schermo a schermo. E questo è bello!”. Con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha aperto l’udienza generale di oggi, la prima in presenza di fedeli dopo sei mesi, a causa delle misure restrittive imposte dalla pandemia in atto, che “ha evidenziato la nostra interdipendenza: siamo tutti legati, gli uni agli altri, sia nel male che nel bene”, ha evidenziato Francesco. “Perciò, per uscire migliori da questa crisi, dobbiamo farlo insieme, tutti quanti, nella solidarietà”, ha ribadito: “Insieme, non da soli: o si fa insieme o non si fa”, ha aggiunto a braccio. “Dobbiamo farlo insieme tutti quanti nella solidarietà”, la proposta: “Questa parola oggi vorrei sottolinearla”. “Come famiglia umana abbiamo l’origine comune in Dio”, ha ricordato il Papa: “Abitiamo in una casa comune, il pianeta-giardino in cui Dio ci ha posto; e abbiamo una destinazione comune in Cristo. Ma quando dimentichiamo tutto questo, la nostra interdipendenza diventa dipendenza di alcuni da altri, perdiamo questa armonia della interdipendenza e della solidarietà e diventiamo dipendenti gli uni dagli altri, aumentando la disuguaglianza e l’emarginazione; si indebolisce il tessuto sociale e si deteriora l’ambiente. Sempre lo stesso modo di agire”.