Diocesi: Terni, torna l’antico rito della reliquia del Preziosissimo Sangue contro Covid-19 e droghe

La parrocchia di Santa Maria Assunta della cattedrale di Terni celebra in questi giorni la festa del Preziosissimo Sangue sul tema “Uccidi la droga non la vita. Insieme per sconfiggere il buio”, in ricordo dei due ragazzi Flavio e Gianluca, morti a causa della droga. Stasera alle 21 ci sarà un concerto-testimonianza in piazza Duomo e al termine si svolgerà l’ostensione della Santa Reliquia, con la preghiera e benedizione di mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia. Domani, 20 settembre, alle 11.30 la festa si concluderà con la messa celebrata dal vescovo. “Abbiamo pensato di riproporre in maniera solenne, all’intera popolazione della città – ricorda il parroco della cattedrale, don Alessandro Rossini – l’antico rito della benedizione con la Sacra Reliquia per invocare su tutti noi come in antichità, l’intervento divino, affinché allontani dalla ‘peste’ del Covid-19 e affinché la nostra città torni a risollevarsi, a vivere e a sperare in un futuro migliore. Quest’anno in particolare ricordiamo Flavio e Gianluca, per sensibilizzare i giovani e le famiglie sulla strage silenziosa provocata dalle dipendenze”. La reliquia del Preziosissimo Sangue, una croce pettorale al cui interno sono custodite alcune gocce del sangue di Gesù, fu donata alla chiesa cattedrale nel 1650 dal card. Francesco Angelo Rapaccioli allora vescovo di Terni. È una devozione a Gesù che suggerisce lo spirito di sacrificio, incoraggia a portare la croce e ad affidarsi alla volontà di Dio. In modo particolare, la solennità del Preziosissimo Sangue si lega al territorio ternano grazie ad un’antica storia, che affonda le sue radici nel lontano 1675, quando la popolazione fu colpita da una terribile epidemia di peste che, in poco tempo, causò un elevatissimo numero di morti. L’allora vescovo, mons. Gentili, decise di fare appello alla Misericordia del Signore e il 21 giugno dello stesso anno si diresse sulla Torre dei Barbarasa. Da qui, benedisse la città con la reliquia del Preziosissimo Sangue: inspiegabilmente e senza una causa evidente, l’epidemia di peste iniziò a decrescere per sparire del tutto durante l’inverno. Dalla fine del ‘600 la reliquia è custodita nell’altare della cattedrale e la storia descritta in un dipinto del XVIII secolo.

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