“Senza misericordia la Chiesa non cammina”. Lo ha affermato questa sera l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha presieduto nella chiesa di S. Maria Maggiore, a Pieve di Cento, in occasione della Ventennale del Crocifisso.
“Questa sera guardiamo insieme con fede al Crocifisso, in questo tempo segnato ancora da paura e da incertezze”, ha sottolineato l’arcivescovo, ricordando che “al tempo stesso il Crocifisso guarda noi. Il suo sguardo è ‘ricco di misericordia’, è pieno di amore, al punto che il suo gesto ultimo e le sue ultime parole sono un dono: a noi figli di una Madre e a Sua Madre di noi come figli”. “Dal Crocifisso la Chiesa impara uno stile di vita, diventa Chiesa della misericordia”, ha proseguito Perego, evidenziando che “il Crocifisso ci ricorda anzitutto la conversione dei cuori, un nuovo stile di vita personale ispirato alla carità e alla giustizia, alla misericordia e al perdono”. L’arcivescovo ha rimarcato l’importanza di “vivere secondo i sentimenti di Gesù, comportandoci ‘in modo degno del Vangelo di Cristo’, fino a considerare il morire ‘un guadagno’, come ci ha ricordato oggi l’apostolo Paolo, e ci ha testimoniato don Roberto di Como”. “Dalla conversione dei cuori – ha continuato – nasce una conversione ecclesiale, una conversione pastorale, una riforma della Chiesa, a cui Papa Francesco ci sta guidando, attualizzando le scelte conciliari”. La “Chiesa della misericordia”, secondo l’arcivescovo, “non può essere una Chiesa chiusa a gustare le proprie grazie e i doni ricevuti, autoreferenziale, ma una Chiesa missionaria pronta a camminare ad andare in tutto il mondo a donare la misericordia del Signore”. “Il Signore – ha concluso – ci guidi nel cammino della misericordia e del perdono, segni della grazia, volti di una Chiesa che impara e costruisce la fraternità, guardando al Crocifisso risorto”.