Oggi è la prima Giornata internazionale per la parità di retribuzione, iniziativa dell’Onu per accendere una luce sulle disuguaglianze che esistono tra uomini e donne anche nella busta paga. “Le donne continuano a guadagnare meno di 80 centesimi quando gli uomini guadagnano un dollaro” dice il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres. “Questa disuguaglianza di fatto alimenta disuguaglianze in altri ambiti della vita”. E si registra in tutti gli ambiti lavorativi, compreso lo sport, evidenzia una slide pubblicata dall’Onu: Lionel Messi, con il suo salario annuale di 84 milioni di euro, guadagna il doppio delle 7 migliori donne del calcio e come 1.693 calciatrici professioniste. A livello dei 27 Paesi europei – dicono i dati dell’ufficio di statistica dell’Ue Eurostat – la differenza media è del 14,8% tra le retribuzioni di donne e uomini, a svantaggio delle donne, ovviamente. Le differenze più significative si registrano in Estonia (22,7%), Germania (20,9%) e Repubblica Ceca (19,6%). L’Italia è tra i tre Paesi europei dove minore è la differenza di retribuzione (5%), insieme a Lussemburgo (4,6%) e Romania (3%). Per garantire la parità di retribuzione a parità di occupazione, il Parlamento europeo vuole che ci sia “trasparenza delle retribuzioni; migliori servizi di cura per i bambini; lavori “family friendly” e pensioni più eque. La federazione delle associazioni sindacali in Europa (Etuc), oggi chiede si sancisca il “divieto di clausole di segretezza salariale, si introducano verifiche salariali annuali obbligatorie e si diano sostegni alla contrattazione collettiva”.
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