“Quando Brandon Lewis”, segretato di stato per l’Irlanda del Nord, “ha detto davanti ai Commons che in casi particolari si potrebbero annullare alcune disposizioni dell’accordo di recesso, la comunità nazionale è stata sorpresa e tante voci, anche di giuristi di per sé politicamente neutrali, si sono dette deluse per il fatto che il governo britannico abbia potuto pensare di calpestare un accordo internazionale”. Così riferisce oggi al Sir il vescovo Noel Treanor, che vive a Belfast (diocesi di Down e Connor), commentando le vicende di Westminster, dove Boris Johnson ha presentato lunedì scorso un disegno di legge che prevede di infrangere gli accordi siglati con Bruxelles in materia di mercato interno, cosa che avrebbe pesanti ricadute sul confine tra Irlanda del Nord e Repubblica di Irlanda. “Il mondo degli imprenditori, degli agricoltori si trova di nuovo gettato nell’incertezza; è una destabilizzazione ancora più profonda di quella in cui erano alcune settimane fa”. E “le Chiese vivono la preoccupazione per le conseguenze di questa destabilizzazione”. Il punto cruciale, spiega mons. Treanor, “è la frontiera nord-sud: non vogliamo una infrastruttura su questa frontiera perché non contribuirebbe alla pace e al processo di riconciliazione”, reso possibile proprio grazie all’ingresso del Regno Unito nel mercato unico nel 1973.