“Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) condanna fermamente le continue violazioni dei diritti umani e dello Stato di diritto che si sono verificate in Bielorussia dopo le elezioni presidenziali, che non sono state né libere né eque”. Questo si legge in una dichiarazione pubblicata oggi dal comitato che raggruppa e rappresenta le organizzazioni della società civile, del lavoro e dell’impresa europei. Cittadini dell’Ue alzano la loro voce a sostegno di quelli della Bielorussia, che “continuano instancabilmente e coraggiosamente la loro lotta pacifica per la libertà e la democrazia”. Il Cese chiede alle istituzioni politiche dell’Ue di “non restare a braccia conserte”, di fronte alle tante violazioni dei diritti e delle libertà, ma di esercitare “una forte pressione politica” e chiedere “nuove elezioni sotto la supervisione dell’Osce”, così come di adottare le sanzioni promesse prima del Consiglio europeo del 24 e 25 settembre, “se vogliamo mantenere la credibilità europea”. Alle autorità bielorusse la richiesta invece di non usare più la forza, rilasciare i prigionieri politici, compiere indagini su torture e altri maltrattamenti garantendo l’indipendenza della giustizia e la protezione degli avvocati che difendono le persone detenute. La strada per una soluzione della crisi è, secondo il Cese, “un dialogo ampio e di vasta portata senza alcuna interferenza esterna, riforme, assunzione di responsabilità per le gravi violazioni dei diritti umani,” avvenute.
Il documento del Cese giunge dopo che il Parlamento europeo, nella seduta di ieri, aveva votato una risoluzione in cui, tra l’altro, disconosceva l’esito del voto del 9 agosto e chiedeva sanzioni europee per gli individui responsabili delle frodi elettorali e delle violente repressioni in corso.