“La sicurezza dei pazienti, degli operatori, delle cure” deve essere “un diritto assodato e mai più una concessione”. Lo sostiene Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, in occasione dell’odierna Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, promossa da ministero della Salute, Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Istituto superiore di sanità, Aifa, Agenas. Per celebrare la ricorrenza, giunta alla seconda edizione, la sede della Federazione nazionale ordini medici chirurghi e odontoiatri, è oggi illuminata in arancione. Un Giornata che quest’anno, con la pandemia di Covid-19, “assume un significato particolare – prosegue Anelli — La sicurezza delle cure non può infatti prescindere dalla sicurezza degli operatori”, diritto dei lavoratori e “presupposto essenziale di un altro diritto, quello fondamentale e costituzionalmente sancito, alla tutela della salute”. Per il presidente Fnomceo, “troppo spesso, in passato, tale diritto è stato considerato dai decisori, dalle aziende quasi alla stregua di una concessione”. “La pandemia di Covid-19, in Italia – scandisce -, ha visto 31.515 operatori sanitari, l’11 per cento dei casi totali, contagiarsi, e ha visto morire 176 medici e odontoiatri, 40 infermieri – dei quali quattro suicidi – 16 farmacisti, 2 ostetriche. Ha dunque puntato impietosamente il dito verso una situazione di mancata sicurezza” frutto “di anni di tagli, definanziamenti, mancati investimenti sulla sanità. Ha puntato il dito verso un contesto in cui, almeno all’inizio, gli operatori sono stati mandati a combattere il virus ‘a mani nude’, senza gli adeguati dispositivi di protezione individuale”. Di qui l’idea di dedicare la Giornata “al nostro Roberto Stella e agli altri colleghi che, dopo di lui, hanno perso la vita”. Oggi la sede è “‘vestita’ di luce e di colore, perché la sicurezza, dei pazienti, degli operatori, delle cure – conclude il presidente Fnomceo – sia un diritto assodato e non debba essere, mai più, una concessione”.